Siccome siamo scemi, non abbiamo neanche fatto una foto a una Bianchi Topazio del 1952 (l'età dell'Orco che scrive, accidenti e ndr) che questa settimana abbiamo rimesso in pista sostituendo le camere d'aria e le coperture, i tacchetti anteriori e le molle scariche dei pistoncini (salvando quelli posteriori che avevano pattini praticamente nuovi e sicuramente migliori di quelli che avremmo potuto montare noi) rifacendo con trapano, maschi, filiere, manualità e pezzi d'epoca la forcella del freno anteriore e il rimando di quello posteriore, strappati e rotti, ma solo perché siamo davvero bravi, accidenti!
Però abbiamo fotografato due altri particolari di bici che abbiamo riparato in settimana, sempre Bianchi, sarà che a fine maggio va così. La prima era una di quelle disgraziate biciclette che Bianchi ha fatto con manubrio a bacchetta a freni esterni stile inglese che comandano freni caliper gestiti da guaine che partono attorno al tubo sterzo. Non hanno mai frenato, né mai potranno frenare, ma questa volta il problema era diverso: la ruota posteriore, a detta della proprietaria sostituita solo l'anno scorso, non voleva proprio girare. Ecco qui sotto perché, alla faccia di chi dice che le sfere non si possono rovinare...
La seconda Bianchi che abbiamo avuto tra le mani era una 26 a bacchetta da donna, arrivata da noi perché "non frenava". E ti credo, un sedicente meccanico davanti aveva montato un forcella del 28' e salvato la ruota del 26' riducendo i tacchetti a 2-3mm di spessore. Dietro aveva creativamente accorciato le bacchette così:
...dura la vita dei ciclisti...
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