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domenica 31 luglio 2011

In bottega

In attesa della sella, che deve portarci il suo proprietario, abbiamo finito una nuova Spicciola, rossa ed extralarge, con il cambio Sturmey Archer a 5 rapporti comandato dal manettino a telaio, una splendida piega Nitto Track e la nuova guarnitura Fsa F.Gimondi con pedivelle da 172,5 mm (anziché 170) e bulloni neri. Eccola:

venerdì 29 luglio 2011

Orcolibri: la catena danzante


La catena danzante altro non è che quella che salta da in rapporto all'altro e il libro di Fran J. Berto, giunto ormai alla terza edizione (noi che siamo vecchi abbiamo la seconda), è la più completa, dettagliata e illustrata storia dei "cambi" per bicicletta. Una storia lunga, perché i primi sono apparsi alla fine dell'Ottocento e, contrariamente a quanto si crede, alcuni monocicli già avevano diversi rapporti. Anche se i cambi che conosciamo oggi sono nati solo con l'introduzione della catena e si sono sviluppati solo a partire dai primi anni del Novecento: lo Sturmey Archer a tre velocità (nel mozzo) esiste dal 1902 e il primo deragliatore è nato nello stesso periodo. Insomma, una lunga storia che arriva dal passato, non senza qualche sorpresa, sino ai giorni nostri ben scritta e illustrata da centinaia di foto e disegni.
Agli Orchi piace perché: c'è veramente tutto e forse anche di più, ma ci piacciono i maniaci
Agli Orchi non piace perché: non hanno l'ultima edizione autografata dall'autore
The Dancing Chain, tutte le info, gli ordini e la possibilità di ordinarne una copia autografata qui. (ma su Amazon, senza autografo costa di meno)

giovedì 28 luglio 2011

Restauro conservativo

È una scommessa: restaurare una Bianchi a bacchetta, "Real" Modello Lusso Viaggio del 35-36 (nel senso che la pedivella è marcata 35 mentre sulla scatola movimento è punzonato un poco leggibile 36). La scommessa è recuperare tutto il recuperabile mantenendo la patina di antico. Per noi vuol dire recupero totale delle meccaniche, rimozione della ruggine, trattamenti con convertitore dove possibile e successiva ripresa a freddo con vernici sintetiche; il tutto rispettando lo stile e il portamento di una vecchia signora che si presenta con i suoi anni e qualche ammaccatura. Da stamattina stiamo mangiando polvere e nafta* a cottimo anche perché qualche sciagurato in precedenza aveva riverniciato senza rimuovere il fango d'epoca sottostante. Il nostro obbiettivo è quello di ottenere una bicicletta perfettamente funzionante, libera dalla ruggine e protetta dalle ossidazioni future, ma che non deve sembrare nuova e finta come appena uscita dalla fabbrica.


L'origine del nome non è chiara. Era la parola greca per qualsiasi tipo di petrolio o pece. I greci stessi l'avevano presa in prestito dal persiano nafata, naft, o neft, che significava "olio in ebollizione". Ma potrebbe derivare dal dio hindu o zoroastriano, Apam Napat, una delle manifestazioni di Agni.

martedì 26 luglio 2011

Grendola o Spiccendel ?

Comunque la si voglia chiamare, ecco tre scatti fatti al volo prima dell'imballaggio. A noi è piaciuta, anche se fare solo bici una diversa dall'altra è una sfida, le sfide ci affascinano e, non starebbe a noi dirlo, di solito le vinciamo. A voi il giudizio finale. Intanto siamo riusciti a mettere il manettino Sturmey sul telaio della prossima Spicciola, anche se ci hanno detto che quello a catalogo non esisteva: due ore, un collare Shimano, un po' di turpiloquio, lima e fresa e l'Orco ha fatto il miracolo (vedi l'ultima foto).

Il portapacchi Tubus Cargo regge 40 kg.

Freni corsa, parafanghi Sks, cerchi Keba e copertoncini del 28.

Manopole Brooks, leve Saccon e manettino Stumey S3.

Sulla Spicciola in costruzione adesso, il manettino Sturmey 5V è montato a telaio.

domenica 24 luglio 2011

In bottega...

...sta nascendo un nuovo ibrido, un po' Grendel e molto Spicciola, ha parafanghi Sks e carter Hebie, copertoncini del 28, cerchi Keba, portapacchi Tubus Cargo e cambio nel mozzo Sturmey Archer a 3 velocità. Appena finita partirà per Santa Margherita di Pula (beata lei), mentre noi continueremo in bottega, questa volta alle prese con una Spicciola extra large color rosso corsa che avrà uno Sturmey a 5 marce con manettino di comando applicato al telaio....




venerdì 22 luglio 2011

Orcolibri: la Bibbia!


Noi abbiamo la quinta edizione, l'ultima disponibile su carta. Sono quattro volumi di grande formato: nel primo si parla di telai, forcelle, e cuscinetti a sfera; il secondo è dedicato alle ruote, gli pneumatici e le trasmissioni; il terzo a manubri, selle, cambi e freni; il quarto infine, per noi meno interessante, alle forcelle ammortizzate. Il sottotitolo recita Analisi e procedure per meccanici ciclisti e i volumi scritti dall'americano John Barnett costituiscono il più completo, dettagliato e aggiornato manuale d'officina dedicato alle biciclette. Con migliaia di illustrazioni, la descrizione delle operazioni da compiere, gli attrezzi da usare e consigli pratici è indispensabile per chi voglia fare il meccanico di professione. Peccato solo che adesso sia solo disponibile in formato elettronico (140 $): a colori e con ancora più illustrazioni costringe però chi lo usa a tenere sul banco un computer o a stampare di volta in volta le schede che gli servono. Se non siete, come noi, intressati particolarmente all'ultimo modello di forcella ammortizzata, vi consigliamo di cercare una copia d'occasione della nostra edizione su carta, decisamente più pratica da studiare e consultare.
Agli Orchi piace perchè: è quanto di più completo e dettagliato esista al mondo
Agli Orchi non piace perchè: è tutto scritto in inglese, mannaggia (ma ci sono tante figure)!
Barnett's Manual, tutte le info, gli ordini e la possibilità di scaricare interi capitoli esempio qui.

mercoledì 20 luglio 2011

Orcomeccanica: funziona facendo la doppietta

Cambio nel mozzo Strumey Archer S2, 2 rapporti "automatico". E' un bel giocattolo e funziona bene, non ha bisogno di cavi e levette, basta giocare con i pedali avanti e indietro per cambiare rapporto. Il bravo ciclista deve sincronizzare il movimento lasciando una breve pausa (uno zic), qualcosa di simile al sincronismo che una volta era richiesto per fare la doppietta sulla Fiat 500.
Per buona tranquillità anche sullo Sturmey tradizionale a 3 e 5 marce con cavo è meglio fare la doppietta!

martedì 19 luglio 2011

Orcomeccanica: abbiamo parlato di dime.....







Guarda cosa facevano i ciclisti all'inizio dell'altro secolo, con dei buoni masselli di legno e lavoro si possono ancora fare. Coraggio!

sabato 16 luglio 2011

Tutto sommato, la smontabile...

...è meglio farla con due  S&S Bicycle Torque Couplingsabbiamo chiesto ieri il listino e l'aggravio di costi per realizzare un telaio che si smonta in due è relativamente contenuto. Insomma a farla breve, se a qualcuno interessa una bici da mettere in valigia (qui potete vedere come), siamo in grado di farla. Inoltre abbiamo scoperto che quelle fatte con gli S&S riescono poi a entrare in una valigia "normale" secondo gli standard delle compagnie aeree, mentre la valigia delle Ritchey è troppo grande di qualche pollice e paga sempre il supplemento bagagli. A proposito della Ritchey che abbiamo riconsegnato al suo felice (?) proprietario, la bici in questione aveva due problemi: il primo deriva dall'aver voluto montare un cambio nel mozzo a due velocità (Lo Stumey Kick Back, per cambiare si deve dare un colpo all'indietro) completo di contropedale. Il mozzo in questione funziona piuttosto bene, ma i coni erano mal regolati ed è stato installato su un telaio con forcellini da cambio, quindi per poterlo usare hanno messo anche un tendicatena che fa a pugni con il contropedale... già di suo ha un'inerzia mica male (pesa 1, 5 kg), abbinato al tendicatena per frenare bisogna iniziare cinque minuti prima.... poco male, potreste pensare, perché davanti c'è un efficiente cantilever. Già, ma c'è anche una forcella di carbonio che sbatacchia e vibra ad ogni frenata. A noi il carbonio non ci piace, ma abbiamo chiesto lumi agli amici di Equilibrio Urbano che di carbonio ne sanno più di noi e che sono pieni di bici con forcelle di questo materiale. La loro spiegazione è stata disarmante: “ .. e sì, capita spesso, pensa che su quattro bici (nome incomprensibile) che abbiamo avuto ben tre presentavano un problema analogo, non c'è niente da fare, salvo cambiare la forcella, è proprio un problema strutturale...". Evviva il carbonio!



venerdì 15 luglio 2011

Una bici in valigia

Ieri sera in bottega è arrivata questa Ritchey Break Away che sembra una bici normale, ma normale non è.


In pochi minuti infatti il telaio si divide in due ed entra in una valigia (grande, ma comunque trasportabile). L'idea è geniale, la realizzazione curata, il costo contenuto... Come funziona in strada ve lo sapremo dire solo dopo averla provata. Intanto, per chi volesse approfondire l'argomento, qui il filmato ufficiale sul montaggio (e un altro sullo smontaggio, entrambi in una meravigliosa location, una camera di motel allevamento di acari) e qui sotto una foto della bici in valigia, dei due punti di accoppiamento e il disegno del giunto sul tubo obliquo.


mercoledì 13 luglio 2011

Giraffe in officina

In bottega sono apparse due giraffe, una mamma con il suo cucciolo. Non siamo impazziti, ma anche agli Orchi, ogni tanto, tocca de lavurà per pudè campà, come cantava Jannacci (qui l'originale) su un testo di Dario Fo. Abbiamo anche firmato un patto di segretezza e non possiamo nemmeno dirvi per chi le abbiamo modificate (non fatte ex-novo, solo adattate accorciandone una e allungando l'altra), ma ci siamo anche divertiti...



Orcomeccanica: apparentemente è facile......

Per raddrizzare i foderi di una forcella è possibile procedere come illustrato nel disegno del solito manuale, sembra anche facile, in realtà è piuttosto difficile tenere ferma la forcella nella corretta posizione, mantenere il massello di legno superiore allineato e calare una bella martellata.......
Il principio è però corretto e con un poco di ingegno e qualche morsetto ci si avvicina abbastanza a una dima per la curvatura dei foderi. Auguri!

sabato 9 luglio 2011

Iskra ha vinto!

Nonostante fosse portata da Cimetta, Iskra ieri a Modena ha mostrato tutta la sua classe, vincendo la Splash Cat.
Lunga vita a Cima, lunga vita alla sua Iskra (qui sotto in perplesse mani altrui), altre informazioni qui !


venerdì 8 luglio 2011

Orcolibri utilità: Велосипед, bicicleta, Kolo, 自行车 ...

L'abbiamo pagato tutti noi, l'edizione cartacea che un tempo veniva distribuita gratuitamente è, ovviamente, non disponibile, ma quella in pdf si può sempre scaricare qui (e ci mancherebbe altro, accidenti). Stiamo parlando dell' European Cycling Lexicon che per i fortunati che andranno in vacanza può sempre essere utile e, per chi come noi potrà solo sognare di andarci, può servire per chattare con maggiore proprietà di linguaggio. Non siamo riusciti a capire se le traduzioni siano corrette o no, ma ci auguriamo di sì e a un controllo random sembra così, anche se soprattutto per l' arabo, il cinese e il giapponese non siamo tanto in grado di esprimere valutazioni :) Buoni viaggi...


mercoledì 6 luglio 2011

Stiamo aspettando le giunzioni...

Con la nostra consueta abilità di programmazione abbiamo un po' di telai da fare, ma siamo rimasti momentaneamente senza le nostre preziose giunzioni microfuse e il fornitore ritarda la consegna. Così abbiamo deciso di esplorare altri materiali. Per l'acciaio ci vogliono le giunzioni che non ci sono? e noi proviamo con il bamboo! Ecco da dove viene il distanziale che abbiamo presentato qui (e complimenti all'anonimo che lo ha riconosciuto e che lo avrebbe anche vinto, se non fosse stato anonimo). Viene da Manila ed è stato fatto secondo (quasi) le nostre specifiche, non sloping (o almeno poco sloping), carro posteriore da 120 mm, tubo sterzo da un pollice, forcellini tipo pista. Certo i problemi non sono tutti risolti, se non lo montiamo a fissa, e noi non vorremmo montarlo a fissa, non sappiamo come applicare un freno posteriore. Forse a contropedale o a tamburo, ma ci sarà da fidarsi ad applicare il braccio di un contropedale a un pezzo di bamboo? Qualcuno ci ha suggerito di montare un adattatore per fissare il disco al forcellino, ma ci sembra una soluzione ad alto rischio e comunque i freni a disco non ci piacciono, insomma mentre aspettiamo le giunzioni finirà che il bamboo lo montiamo a draisina....

domenica 3 luglio 2011

Orcolibri: una strana storia (anche) di biciclette

Flann O'Brienn (irlandese dalla vita sfortunata e breve, stimato e apprezzato da Joyce, Bekett e Greene, qui i dettagli su Wikipedia), non é un scrittore di biciclette ma in uno dei suoi pochi romanzi, ingiustamente trascurati sia in patria sia in Italia, di biciclette parla assai. Anzi una bicicletta è, in sostanza, la protagonista del suo libro "Il terzo poliziotto", che l'Orco che scrive ha letto tanti anni or sono e che ha rispolverato per voi in occasione di questa rubrica. "... la gente che ha passato la maggior parte della vita naturale a viaggiare su biciclette di ferro sopra le strade sassose di questa parrocchia finisce per avere la loro personalità mischiata con la personalità della loro bicicletta come interscambio degli atomi dall'uno all'altra, e sareste sorpreso dalla quantità di persone di queste parti che sono quasi metà persona e metà bicicletta...".  E sulle biciclette quasi umane, quasi mezzo uomo, quasi dotate di umanità è incentrato l'intero romanzo, che vi consigliamo sinceramente di ri/scoprire.



Noi abbiamo una vecchia edizione della Einaudi, allora non berlusconiana (1971, il romanzo è uscito postumo anche i patria dopo che negli anni '40 gli editori lo avevano rifiutato) che non si trova più e che aveva la copertina che potete vedere a sinistra. Adesso si trova solo quella di Adelphi, per fortuna con la stessa eccellente traduzione di Bruno Fonzi (copertina di destra). Adelphi,  pp. 248, 19 €.
Agli Orchi è piaciuto perchè: non si vive di sole biciclette!
Agli Orchi non è piaciuto perchè: non ci sono le figure :)

In conclusione: leggete tutto quello che trovate di O'Brien,  ve ne innamorerete (e soffrirete perché ha scritto poco). 


Orcolibri: una simpatica canaglia

Il 25 giugno del 1894 Annie Cohen Kopchovsky, ribattezzata Annie Londonderry dal nome dell'acqua minerale che la sponsorizzava partiva da Boston in bicicletta per fare il "Giro del Mondo". Vi avrebbe fatto ritorno dopo 15 mesi, dopo aver percorso in bici, tra avventure reali e inventate, parte degli Stati Uniti e la Francia da Le Havre a Marsiglia. Tutto il resto del "Giro del Mondo" è stato invece fatto a bordo di navi e piroscafi, con brevi escursioni in qualche scalo. Nel corso del viaggio ha cambiato bicicletta, partita con una bici Columbia da donna, fissa ma con freni (19 kg), l'ha ben presto sostituita con un'altra fissa, senza freni ma con telaio da uomo, prodotta dalla Sterling e che pesava solo 9,5 kg, un record per l'epoca e che potete vedere qui sotto, con tanto di bandiera americana in seta.



A ogni tappa, conferenze (a pagamento) con immaginifiche descrizioni di avventure, rapine, guerre in realtà mai viste, proiezione di lastre per lanterna magica, sponsor locali, bagni di folla e articoli, critici o entusiasti, della stampa locale. Tre figli e un marito l'aspettavano a Boston, mai citati perché la società dell'epoca non avrebbe assolto una madre che abbandonava le sue creature. Una storia interessante, insomma, di una donna intraprendente che non ha fatto il giro del mondo in bici ma che è riuscita a farlo a credere a (quasi) tutti. Peccato solo che il libro (Peter Zheutlin, Il giro del mondo in bicicletta, Elliot Edizioni 2011, 336 pagg, 17,50 €, traduzione di Veronica La Peccerella) sia mal scritto, ripetitivo e di una noia mortale. L'autore, che si dichiara pronipote di Annie, è uno di quegli scrittori in grado di mettere ben 80 (ottanta!) note a un capitolo di poche pagine, forse per giustificare l'inserimento del suo libro in una collana di saggi e sostanzialmente colleziona e trascrive articoli di giornali dell'epoca recuperati soprattutto, a quanto dichiara lui stesso, da un album di ritagli avuto dall'unica nipote vivente di Annie.



Agli Orchi è piaciuto perché: Annie Acquaminerale é una simpatica canaglia. 
Agli Orchi non è piaciuto perché: mal scritto, noioso, ripetitivo e decisamente troppo lungo.
In conclusione: fatevelo prestare, leggetelo in biblioteca, appagate la vostra curiosità leggendo il sito (in inglese) qui, ma rinunciate senza dubbio alcuno ad acquistarlo, lo abbiamo già fatto noi per voi e ce ne siamo pentiti.

sabato 2 luglio 2011

Ciclomeccanicaorganica (forse): cos'è?

Non si vince nulla, ma qualcuno riesce a scoprire che cos'è e da dove viene? Possiamo aiutarvi dicendo che nonostante l'aspetto è un particolare meccanico e che in un certo senso fa parte di una bicicletta, anche se non si usa se non in casi particolari. Buona caccia.

venerdì 1 luglio 2011

Dal Sudafrica all'Isola

Neil è venuto a trovarci un paio di settimane or sono ma, grazie soprattutto al nostro inglese fluently, non avevamo capito che avesse intenzione di scrivere un articolo su di noi, né tantomeno che fosse gear editor di Bicycling South Africa. Invece lo è, ha scritto di noi, e anche in termini lusinghieri! Grazie Neil!

Orcolibri: accidenti!

Non vale, non vale, non vale, uffa! Robert Penn ha scritto il libro che noi abbiamo in lavorazione da due anni e lo ha fatto meglio di quanto avremmo potuto fare noi. Nel suo "Ciò che conta è la bicicletta, la ricerca della felicità su due ruote" (Ponte alle Grazie, 2011, 217 pagg, 14€), scrive tra l'altro:



Come non essere d'accordo? E il libro è il racconto della bici che il fortunato autore si è fatto fare scegliendone in giro per il mondo i diversi componenti, raccontando la storia e l'evoluzione di ognuno di essi, chiaccherando con i produttori e i fabbricanti, riflettendo su materiali, forme, evoluzione e trasformazione della bicicletta. Certo non siamo d'accordo su tutte le sue scelte, ma molte le condividiamo e, anzi, sono le stesse che abbiamo fatto noi... e grazie ancora a Paolo Crocè, che ce l'ha fatto conoscere. Qui i primi due capitoli aggratis.


Agli Orchi è piaciuto perché: ben scritto (e ben tradotto da Carlo Capararo) racconta quello che avrebbero voluto raccontare loro.
Agli Orchi non è piaciuto perché: si sono sentiti sfilare il loro libro da sotto il sedere e perché manca una foto della bici finita, che invece è in copertina nell'edizione inglese (ma l'abbiamo trovata qui ed è sloping, bleah!)
In conclusione: leggetelo e poi venite a farvi fare una bici da noi!