La bici era integra e il restauro meccanico è stato lungo e faticoso, ma non particolarmente complicato. Abbiamo solo dovuto smontare tutto, togliere sessanta e più anni di morchia (settimane di bagni nel petrolio, spazzolini a mano ed elettrici, qualche bestemmia), rimontare il movimento e la serie sterzo, ovviamente a sfere libere, sostituire cavi e guaine, registrare il cambio (mica facile, però, ndr) e cambiare la catena, che comunque non era originale, era troppo corta e aveva maglie danneggiate. Lucidare tutto con spazzole, paste e abrasivi diversi, sfogliare le cromature danneggiate portandole a metallo, proteggere il tutto con vernice trasparente, rinastrare il manubrio con un nastro in tela Velox (abbiamo trovato anche quello marchiato Benotto, ma era più recente della nostra bici e in orrida plastica lucida), aggiungere delle fascette serracavo al posto del nastro azzurro di tela montato in origine (una trasgressione secondo noi ragionevole, le montavano anche allora), trovare (e montare) quattro tacchetti freno rossi e telati, ingrassare e ritendere la sella, registrare e ingrassare i coni dei mozzi ruota, raddrizzare le stesse e lucidare i cerchi...
L'autentico delirio è stato però il recupero e il ritocco del telaio. Solo la straordinaria testardaggine e l'incredibile abilità di Mara l'hanno reso possibile, anche se adesso la nostra socia ci odia, perché abbiamo preso l'impegno senza consultarla e senza renderci conto di quante ore, fatica, esperienza ci volessero per riprendere a freddo vernici d'epoca color oro o blu pavone metallizzato. Il risultato comunque è secondo noi straordinario, siamo stati (giustamente) cazziati duramente e abbiamo promesso a Mara che non prenderemo più nessun restauro senza prima sottoporglielo: giuriamo!
Come talvolta accade, il lavoro c'è costato più di quanto ci verrà pagato, ma a noi sembra particolarmente ben riuscito. Giudicate voi e, se vi avanza un cambio Simplex Champion du Monde o Tour de France, ditecelo: perché all'Eroica, a cui il fortunato proprietario della Benotto vuol partecipare, ci starebbe proprio bene... grazie!
Bellissima, probabilmente fatta da Pelà!
RispondiEliminagrazie, ma chi era Pelà?
EliminaGiuseppe Pelà è stato un telaista attivo fino al 1972, uno dei più importanti a Torino. Terzista per Masi, Gios e tanti altri. Ha costruito bici per Merckx, Anquetil, etc... insomma robba buona :)
RispondiEliminaSalve, recentemente ho trovato un telaio similare in Argentina, ma senza gli accesori. Vorrei sapere se ha altre informazioni su questa bicicleta. Mio nome è Julian Tordini da Buenos Aires.
RispondiEliminaSaluti.
no mi spiace, tutte quelle che abbiamo le abbiamo pubblicate.
EliminaCiao,
Eliminarelativamente al olore del telaio hai per caso il codice? o una formula? ho una Benotto da passeggio degli anni 30 riverniciata, ma mi piacerebbe riportarla al suo stato originale..
Grazie
Simone
Forlì
no mi spiace, Mara i colori li fa ad occhio...
RispondiEliminaquesta dovrebbe essere la bici che ha Totò nel film "Totò al giro d'italia"
RispondiElimina