Le guide Loney Planet sono celebri, di solito ben fatte, e anche gli Orchi in gioventù le hanno spesso usate per orientarsi nei loro viaggi esotici. Per cui hanno ben accolto la prima traduzione di una guida dedicata all'Italia in bicicletta (Ellee Thalheimer, "Italia in bicicletta", Edt, Torino 2010, 336 pagg, 23,50€), peccato che si sia rivelata una vera
ciofeca. Nonostante ci sia una lunga nota all'edizione italiana e, a quanto scritto, molti vi hanno collaborato, ci sono diverse imprecisioni davvero non giustificabili. A cominciare dal capitolo "Salute e sicurezza". Si sa, gli americani sono di solito paranoici per quanto riguarda la salute, ma casi di rabbia in Italia non ci sono da anni, la giardia è un parassita che di solito infetta i cani e i bovini e non l'uomo, sterilizzare l'acqua da bere facendola bollire 15 minuti, nel Paese (purtroppo) con il maggior consumo di acqua minerale in bottiglia, ci sembra un pratica alquanto inusuale. Per non parlare della quantità di farmaci e presidi che l'autrice consiglia di portare con sé nella sua "farmacia da viaggio": sembra adatta a chi intende attraversare il deserto con un fuoristrada, non l'Italia in bicicletta! Ma salute a parte, non si capisce perché il Parco Nazionale delle 5 terre diventi quello regionale di Portovenere (nella cartina) e nazionale (nel testo, pagina 85). O perché a pagina 258 d'Annunzio (e non D'Annunzio come è scritto) beve il Nepente di Oliena: notoriamente astemio il poeta non lo ha mai bevuto:
“Non conoscete il Nepente di Oliena neppure per fama? Ahi lasso! Io son certo che, se ne beveste un sorso, non vorreste mai più partirvi dall’ombra delle candide rupi, e scegliereste per vostro eremo una di quelle cellette scarpellate nel macigno che i sardi chiamano Domos de janas, per quivi spugnosamente vivere in estasi fra caratello e quarteruolo. Io non lo conosco se non all’odore; e l’odore, indicibile, bastò a inebriarmi … a te consacro, vino insulare, il mio corpo e il mio spirito…Possa tu senza tregua fluire dal quarterolo alla coppa e dalla coppa al gorgozzule. Possa io fino all´ultimo respiro rallegrarmi dell´odore tuo, e del tuo colore avere il mio naso sempre vermiglio…”
E poi cos'è il "rampichino" dell'autrice che non funziona a pagina 8? Citando il sito Cinelli:"1985 - Rampichino La prima mountain bike italiana. Rampichino è un uccellino che si “arrampica” sui tronchi degli alberi. Il nome Rampichino diventa un neologismo della lingua italiana, per lungo tempo a significare mountain bike. Gary Fisher fu il primo distributore USA delle mtb Cinelli. Fondammo il primo club di mtb italiano ed organizzammo anche, la prima gara di mountain bike in Italia."Altri significati non ce ne sono, chissà cosa voleva dire l'autrice!
Eccetera eccetera...
Siamo poi sicuri che una più attenta lettura ci riserverebbe altre spiacevoli scoperte, come quella del Postello di Milano (pagina 144) chiuso ormai da più di 3 anni e di cui non esiste nemmeno più l'edificio....
Agli Orchi non è piaciuto perché: non abbiamo mai letto l'originale in americano, ma i 23 collaboratori e curatori dell'edizione italiana hanno fatto un pessimo lavoro!
Decisamente sconsigliato, si accettano segnalazioni di altre imprecisioni
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RispondiEliminaIo ho provato questo libro sul percorso ravenna - venezia e su quello mi esprimo.
RispondiEliminaLe indicazioni stradali sono molto approssimative (le coordinata gps sono previste solo per alcuni percorsi e non c'è la possibilità di scaricarle o di scaricarsi i road book), le strade sono mal segnalate con dei percorsi da automobile più che da ciclista, per fare degli esempi:
l'autrice consiglia per andare da comacchio a ferrara di seguire la "tranquilla e assonata strada di campagna SP1"; l'SP1 è tutto fuorchè tranquilla e assonnata è una provinciale molto trafficata, ci sono invece delle tranquillissime stradine di campagna che arrivano a ferrara in tutto piacere.
Da ferrara a chioggia consiglia di avvalersi del libro gratutito, reperibile nell'ufficio turismo Ferrara in Bicicletta, (nel frattempo diventato ferrarabike, molto comodo anche il sito ferrarabike.com) libro davvero ben fatto con coordinate gps e roadbook scaricabili, che prevede un percorso lungo la ciclabile destra del po in direzione serravalle da dove poi tagliare verso chioggia. A parte l'insesatezza dell'intenerario che taglia via una delle parti più belle del delta del po (quella da porto tolle a chioggia) è anche mal indicata, infatti la ciclabile destra del po va seguita per pochissimi chilometri perchè su quel ramo del po sono pochissimi i ponti e se si perde il primo nelle vicinanze di ferrara è impossibile oltrepassarlo allungando e andando completamente fuori il percorso da lei indicato.
Inoltre ci sono una serie di inesattezze sui campeggi riportati, sembrano quasi frutto di una banale ricerca di google scrivendo il primo risultato trovato.
Secondo me è un libro valido per trarre spunto per gli itenerari, poi è meglio fare da se e chiedere ai più grandi esperti: gli anziani in bicicletta!