A ogni tappa, conferenze (a pagamento) con immaginifiche descrizioni di avventure, rapine, guerre in realtà mai viste, proiezione di lastre per lanterna magica, sponsor locali, bagni di folla e articoli, critici o entusiasti, della stampa locale. Tre figli e un marito l'aspettavano a Boston, mai citati perché la società dell'epoca non avrebbe assolto una madre che abbandonava le sue creature. Una storia interessante, insomma, di una donna intraprendente che non ha fatto il giro del mondo in bici ma che è riuscita a farlo a credere a (quasi) tutti. Peccato solo che il libro (Peter Zheutlin, Il giro del mondo in bicicletta, Elliot Edizioni 2011, 336 pagg, 17,50 €, traduzione di Veronica La Peccerella) sia mal scritto, ripetitivo e di una noia mortale. L'autore, che si dichiara pronipote di Annie, è uno di quegli scrittori in grado di mettere ben 80 (ottanta!) note a un capitolo di poche pagine, forse per giustificare l'inserimento del suo libro in una collana di saggi e sostanzialmente colleziona e trascrive articoli di giornali dell'epoca recuperati soprattutto, a quanto dichiara lui stesso, da un album di ritagli avuto dall'unica nipote vivente di Annie.
Agli Orchi è piaciuto perché: Annie Acquaminerale é una simpatica canaglia.
Agli Orchi non è piaciuto perché: mal scritto, noioso, ripetitivo e decisamente troppo lungo.
In conclusione: fatevelo prestare, leggetelo in biblioteca, appagate la vostra curiosità leggendo il sito (in inglese) qui, ma rinunciate senza dubbio alcuno ad acquistarlo, lo abbiamo già fatto noi per voi e ce ne siamo pentiti.
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