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sabato 30 giugno 2012

Concorso: cosa vuol dire?

Oggi tra la messa a punto di due belle bici da corsa vintage, una Pogliaghi montata con un per noi inedito gruppo Simplex dorato e una Bardelli di Gallarate montata Campagnolo ma con un gruppo non eccelso (il Victory), ci hanno chiesto la solita riparazione d'urgenza a due bici marcate Delma Liberty Line. L'abbiamo naturalmente fatta al volo ma ci è caduto l'occhio su una decalcomania presente sul tubo di verticale di entrambe.


Ci siamo chiesti cosa voglia dire "Garanzia Produzione propria Artigianale", con tanto di maiuscole messe a caso e, soprattutto, cosa voglia dire la frase sotto, che ci sembra in inglese, "ASSEMBLED IN ITALY".  Se qualcuno ce lo spiega non vince nulla, ma se la spiegazione e la traduzione ci convince gli offriamo un caffè al Blu. Se poi qualcuno riesce a trovare una sede plausibile della Delma e a presentarci uno degli artigiani che le assemblano in Italia, gli offriamo anche un aperitivo, sempre al Blu, si intende. Buona caccia!

lunedì 25 giugno 2012

C'era una volta l'Eicma

La prima edizione dell' Esposizione Internazionale Ciclo Motociclo e Accessori risale addirittura al 1901 e, anche se nel corso degli anni ha cambiato sede e periodicità sede più volte, è stata per decenni la più importante fiera europea del settore.  Poi è scomparsa. Eurobike, sia pure nata solo nel 1991 a Friedrichshafen l'ha rapidamente superata, non senza colpe da parte degli organizzatori italiani. Fortuna che in Italia in pochi anni Expobici di Padova è rapidamente cresciuta, sino a diventare, per numero di visitatori, la seconda fiera in Europa. Noi tapini di Orco Cicli ci siamo sciroppati due anni fa un viaggio in Germania (e ne siamo tornati esausti) e l'anno passato ci siamo "accontentati" di Padova (e ne siamo tornati meno esausti e abbastanza soddisfatti). Non siamo nemmeno andati però all'Eica (adesso si chiama così perché ha perduto il Motociclo) che l'anno scorso hanno fatto a Milano (in luglio?) con ben ... 70 espositori, meno della metà di quelli presenti nel 1934. E come noi, molti non sono andati a visitare l'Eica di luglio: noi a dire il vero ci saremmo anche andati, visto che l'hanno fatta a Milano City e nemmeno a Rho, ma nessuno ci ha avvisato che c'era. Per fortuna c'è Padova che cresce... Ma quest'anno cosa hanno pensato quelli dell'Eica (che poi sono l'Ancma, l'Associazione Nazionale Ciclo Moto Accessori che aderisce a Confindustria)? Di fare guerra a Padova organizzando una Fiera del Ciclo a Verona una settimana prima di quella di Padova. Perché? Non lo sappiamo e non lo capiamo. Per adesso l'elenco degli espositori previsti (qui quelli di Verona, qui quelli di Padova) vede ancora in testa i padovani, anche se sembra che i soci Ancma siano stati praticamente cooptati per Verona. Insomma, una volta in Italia avevamo una fiera importante per le biciclette. Poi l'hanno uccisa, ne è nata un'altra e quelli che hanno fatta nascere e poi ucciso la prima adesso vogliono uccidere la seconda, che non hanno fatto loro, con la speranza di far nascere una terza tutta loro... Complimenti all'Ancma, ma dalla Confindustria che altro aspettarsi?


sabato 23 giugno 2012

Nocs SBT

Si chiama SBT che potrebbe voler dire Super Bike all Terrain, ma che ha un altro significato riservato e rivelato solo agli iniziati. Comunque sia, è un telaio corsa in acciaio inox interamente satinato a mano e montato con un gruppo Miche Sporting 10 V Triplo ruote comprese. I copertoni antiforatura Schwalbe Delta Cruiser da 700 x 28 ci stanno al pelo, ma assorbono perfettamente il pavé cittadino e le danno il grip sufficiente per affrontare anche fuoristrada non troppo impegnativi. Una bici polivalente, quindi, che nonostante 1.100 g di coperture pesa circa 10 kg e che è piacevolissima da portare grazie anche alle caratteristiche uniche dell'inox, flessibile ma molto reattivo.











mercoledì 20 giugno 2012

Dialoghi



A Milano oggi sembra di nuotare nella melassa. Per fortuna la bottega è così piccola che la nostra sfigata pompa di calore che non è mai riuscita a riscaldarla d'inverno riesce a raffrescarla d'estate. Per cui dentro si sta bene. Ma poi arrivano le riparazioni.

Oggi l'Orco originario è via per lavoro (lui per fortuna sua ne ha ancora un altro, quello che gli dà da vivere), in bottega c'è solo l'Orco che scrive gratis.

L'Orco che scrive difende la bottega, ma:
- Io ho una bacchetta del 1953, ma il coso, lì dove girano i pedali si smolla sempre, me lo potete riparare?
Certo, se ce la porta e ce la lascia  e se non è danneggiato il telaio possiamo farlo.
- non può essere danneggiato il telaio, lo so (ndr?) ma me lo hanno fatto altri e balla...
Va bene ce la porti e vediamo cosa si può fare...
- ma non lo fate subito, mentre io aspetto?
Veramente a fare un movimento centrale di una bacchetta ci vuole un po' di tempo...
- No perché io di solito vengo in macchina a lavorare e posso venire in bicicletta magari venerdì, ma poi alle 2 finisco...
Allora ci confermi se viene venerdì alle 9 e per le 14 sarà pronto... ( non verrà mai)...

Al telefono: ho forato la ruota davanti quando posso venire?
Approccio decisamente migliore, salvo che poi ha ci ha chiesto di cambiare anche i pedali. Fatto. Poi cambiata anche la camera d'aria anteriore e rimontata la ruota abbiamo scoperto che non girava nulla. Freni sbilanciati? Cerchio storto? Coni da registrare? Nemmeno per sogno, mozzo di ruota anteriore che striscia nei bulloni che fissano il portapacchi. Insomma, qualcuno ha cambiato la ruota davanti senza controllare cosa potesse accadere. E noi come al solito ci becchiamo l'indagine e la soluzione (bulloni più corti).


Ma per finire arriva una signora con una Rossignoli  ruote 26 e il copertone anteriore aperto a metà.
- Mi hanno detto che dovrei cambiarlo, quanto costa?
Copertone e camera d'aria costano 32 euro, ma non sono sicuro di avere il ricambio, se vuole lo cerco..
- Si grazie...
Cercato, trovato e proposto, mi sono sentito dire che, no, era troppo caro: dirlo prima no?

...sarà colpa della melassa...



martedì 19 giugno 2012

Senza freni...


Mica è facile oggi trovare dei buoni freni per le biciclette. I caliper di una volta, gli eterni Universal per le bici con i parafanghi, tutto sommato funzionavano meglio delle copie scadenti oggi in commercio. Un tempo c'erano freni a ganascia "caliper" di diversa lunghezza: per le bici da corsa, per le bici sport con il parafango e persino ultralunghi per le bici da donna e da passeggio. Tre diverse lunghezze, insomma, asimmetrici (davanti il meccanismo di  trazione è a sinistra, dietro anche, mentre adesso davanti è a sinistra e dietro a destra), con la possibilità di far arrivare la guaina dall'alto o dal basso invertendo ferma guaina e morsetto. Una volta, insomma, i freni esistevano di diversa foggia e misura. Oggi non è più così. Si trovano ancora i caliper corti, asimmetrici, per le bici da corsa, quelli medi e lunghi ci sono, ma non li importano in Italia o, se li importano, sono solo quelli simmetrici. E anche quelli asimmetrici che si trovano solo all'estero, non permettono più di rovesciare la guaina (non vanno bene insomma, per le bici da donna) e se uno vuole comprarli in Italia contatta l'importatore (che non li ha a catalogo) e gli rispondono:« E' possibile ordinare questi freni per consegna a fine luglio. L'ordine minimo è però di 100 set per modello e i termini di pagamento è 70% all'ordine e 30% prima della consegna in Italia». Condizioni di favore, insomma, per chi come noi fa bici su misura e su ordinazione... Allora che fare? I V-brake che hanno ucciso i caliper non ci piacciono, di importare qualche freno lungo uno ad uno dall'estero, pagandolo a prezzo pieno più le spese di spedizione non abbiamo più voglia. Proviamo allora a sperimentare e montiamo su un prototipo dei freni da ciclo cross. Brutti, sporgono come ali di pipistrello, e non sono per niente facili da montare perché richiedono l'installazione di collari fermaguaina nella serie sterzo e nella brugola del canotto reggisella. Dietro pochi problemi, anche se le brugole reggisella che vendono oggi non hanno la tacca prevista nel collare e quindi quando si alza o si abbassa la sella bisogna dannarsi per mantenere il fermaguaina in linea con il freno. Davanti, invece, non vendono più fermaguaina per forcelle da un pollice, ma solo per quelle da un pollice e 1/8, quindi si va con materiale vintage. Per una volta il vintage non ci è stato favorevole: abbiamo montato due fermaguaina con sgancio rapido, vintage si intende, che si sganciavano da soli allentando i freni alla seconda frenata. Sostituiti con due più semplici e fissi, abbiamo risolto molti problemi e scoperto che i freni cliclocross hanno un'efficienza straordinaria, frenano alla grande anche su cerchi non rettificati, nonostante ce li abbiano forniti con quattro tacchetti destri e nessun tacchetto sinistro. Il nostro spacciatore di freni ciclo cross ci ha promesso i due tacchetti sinistri, ma non ce li ha ancora forniti...aspettiamo, ma intanto, anche così, frenano meglio di qualsiasi V brake: la nostra tester ne è entusiasta...






domenica 17 giugno 2012

Mi piacciono le biciclette...


... mi piacciono le biciclette, mi piace costruirle, mi piace ripararle e mi piacciono QUASI tutti quelli che vanno in bicicletta; ma sono l'Orco e dopo un sabato di intensive riparazioni ho dei dubbi......
Bicicletta di rinomata marca con ruota posteriore a "patatina" e telaio semipiegato, sicuramente colpa dei ragazzotti che la usavano in due, ma sicuramente materiali di merda....
Bicicletta supereconomica venduta da grande magazzino con raggio sputato dal cerchio, testa del niplex compresa e ancora montata.....
Bicicletta brianzola di quasi grande marchio che mangia fili freno come noccioline grazie a scorretto montaggio delle minuterie....
Bicicletta bacchetta molto bella rovinata da un sedicente ciclista che preferisce piegare le bacchette piuttosto che montarle a misura.....
IL DUBBIO: sarà mai possibile diffondere una cultura della bicicletta che permetta di riconoscere la qualità di quello che si acquista e le capacità di chi ci lavora?

domenica 3 giugno 2012

Inox, inox also called stainless steel !

Dopo due anni di  prove, prototipi, esperimenti, incazzature, abbiamo scelto i tubi inox per i nostri telai. Sono quelli prodotti dalla Kva, a nostro parere migliori tra tutti quelli (pochi) disponibili nel mondo. Qui, il sito dove ci certificano come gli unici italiani ad usare i loro tubi. Magari qualcuno non è d'accordo con noi, ma siamo volentieri qui per parlarne e fargli toccare con mano, provare, pesare e confrontare telai fatti con tubi trafilati europei, saldati americani e, ci stiamo attrezzando, inglesi di fama ma fragili e di complicata cottura. 


Siccome siamo scemi...

... nella scorsa settimana, sorvolati ripetutamente da elicotteri papali e (quasi) circondati da cecchini, con il mercato di piazza Lagosta, una delle nostre fonti di approvvigionamento, abolito perché, forse, un giorno doveva passare lì vicino lui, abbiamo continuato a lavorare. Con un ritmo strano: se stiamo montando una nuova nostra bicicletta, arrivano tutti insieme e con le richieste più complicate e le realtà più drammatiche. Se non stiamo lavorando a una nuova nostra bici, non viene nessuno!
Siccome siamo scemi, non abbiamo neanche fatto una foto a una Bianchi Topazio del 1952 (l'età dell'Orco che scrive, accidenti e ndr) che questa settimana abbiamo rimesso in pista sostituendo le camere d'aria e le coperture, i tacchetti anteriori e le molle scariche dei pistoncini (salvando quelli posteriori che avevano pattini praticamente nuovi e sicuramente migliori di quelli che avremmo potuto montare noi) rifacendo con trapano, maschi, filiere, manualità e pezzi d'epoca la forcella del freno anteriore e il rimando di quello posteriore, strappati e rotti, ma solo perché siamo davvero bravi, accidenti!



Però abbiamo fotografato due altri particolari di bici che abbiamo riparato in settimana, sempre Bianchi, sarà che a fine maggio va così. La prima era una di quelle disgraziate biciclette che Bianchi ha fatto con manubrio a bacchetta a freni esterni stile inglese che comandano freni caliper gestiti da guaine che partono attorno al tubo sterzo. Non hanno mai frenato, né mai potranno frenare, ma questa volta il problema era diverso: la ruota posteriore, a detta della proprietaria sostituita solo l'anno scorso, non voleva proprio girare. Ecco qui sotto perché, alla faccia di chi dice che le sfere non si possono rovinare...


La seconda Bianchi che abbiamo avuto tra le mani era una 26 a bacchetta da donna, arrivata da noi perché "non frenava". E ti credo, un sedicente meccanico davanti aveva montato un forcella del 28' e salvato la ruota del 26' riducendo i tacchetti a 2-3mm di spessore. Dietro aveva creativamente accorciato le bacchette così:


Le abbiamo sostituite e consigliato alla proprietaria di ordinarci una forcella anteriore del 26' prima che si consumino i suoi 3 mm di tacchetto. Chissà se lo farà.
...dura la vita dei ciclisti...