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lunedì 31 ottobre 2011

De Rosa 1983 e Campagnolo del Cinquantenario

Non abbiamo messo le mani solo sulla Masi Prestige che vi abbiamo presentato qui, in questi giorni in bottega abbiamo messo a punto un'altra storica bicicletta italiana, una De Rosa tutta cromata montata con il gruppo Campagnolo del Cinquantenario, una versione speciale del Super Record (numerata, la nostra serie è la 7816) prodotta in edizione limitata nel 1983 e caratterizzata dallo scudetto placcato oro e dalla firma Campagnolo Tullio su ogni componente. La nostra De Rosa è completa, abbiamo solo dovuto cambiare le guaine e aggiungere i laccetti dei pedali (che per altro non erano compresi nel gruppo originale). Il telaio, che crediamo sia un Super Prestige o un Professional Slx, misura 54,5 x 54,5 ed è interamente cromato e in ottimo stato considerata l'età. Secondo Ugo De Rosa di telai cromati con il gruppo del Cinquantenario ne hanno fatti solo due o tre, soprattutto per esposizione, senza numerare le scatole movimento. Comunque sia, ecco le foto della bici, a cui dobbiamo ormai solo incollare i palmer, appena ne arriva una coppia migliore dei Clement "tuttaplastica" che abbiamo appoggiato sui cerchi solo per fare le foto. Cerchi Fiamme Verdi nuovi che abbiamo montato perché la bici ci era arrivata con cerchi da copertoncino (e senza puntapiedi: trovare e pagare quelli originali è stata una dispendiosa avventura). A dire il vero, il gruppo meriterebbe una buona lucidatura per farlo tornare a specchio come quando era nato, ma in bottega si riaperta la solita discussione:
- Sì così sembra nuovo come uscito dalla scatola, mentre in realtà ha quasi trent'anni, non avrebbe senso!
"Però lucido è più bello, così sembra più rovinato di quello che è in realtà..."
- Non è vero. Sono le foto che lo peggiorano, dal vivo è più bello e poi la bici non è in vendita (o forse sì?).
Insomma voi che ne pensate, lo dobbiamo lucidare o no?








sabato 29 ottobre 2011

Orcomeccanica: delle guaine...

Non stiamo parlando di prodotti per prestazioni professionali, ma di guaine per sistemi frenanti normali.
L'efficacia della frenata con sistemi a filo dipende dalla "incomprimibilità" della guaina, che per alcune accoppiate di pinza-leva freno è fondamentale. 
Ecco una serie di guaine con le loro caratteristiche in ordine di qualità:

1 guaina con metallo spiralato a sezione clindrica = guainaccia
2 guaina con interno in plastichetta e armatura metallica sottile, quasi a sezione di parallelepipedo        =  buonina
3 guaina con interno in simil teflon e armatura a buon spessore e sezione quasi precisa = buona
4 e 5 guaine con interno in teflon (o simile) e armatura di buon spessore con sezione a parallelepipedo precisa = ottima 

Dalla 1 alla 4-5 c'è una differenza di efficacia fino al 25%
Buona scelta! e, forse, in futuro vi racconteremo dei cavi e delle guaine veramente rigide...


Zona divieto segugio

La nostra bottega è piccola, anzi piccolissima, e non manchiamo mai di ricordarvelo, ma proprio perché è piccola siamo orgogliosi di aver trovato un posto dove mettere le ruote pronte: in un'amaca appesa al soppalco dove possono riposare felici prima di essere montate e stressate sui nostri telai...


inoltre da oggi in bottega (ma per quel che pensiamo anche fuori) è ufficialmente vietato cacciare la lepre o usare i segugi (se non per coprirli di coccole).


venerdì 28 ottobre 2011

MILANOSIAUTOPRODUCEDESIGN (MISIAD)

Il nome è orrendo, l'iniziativa (sembra) stenti a partire, ma ci interessa, soprattutto perché nasce da un pezzo (orrendamente scritto in politichese mal assemblato) del programma di Pisapia (ricordate? il candidato sindaco di Milano, che piace anche agli Orchi):

• facilitare e istituire rapporti permanenti tra enti e associazioni con i principali attori economico-finanziari della città;
• sviluppare un progetto di marketing territoriale e diplomazia culturale per promuovere Milano come una capitale internazionale della produzione artistica e culturale;
• dare vita ad un’agenzia comunale per il microcredito, che, secondo iter trasparenti e dettati dalla finanza etica, permettano a giovani e non più giovani progetti di start-up o di sviluppo e consolidamento di attività di autoproduzione culturale e artistica;
• agevolando l’utilizzo del patrimonio edilizio esistente valorizzando la filiera dell’autoproduzione per creare occasioni virtuose di incontro tra domanda e offerta;
• Marchio “Milano si autoproduce”: A tutti gli autoproduttori di cultura, arte e artigianato che dimostrano la rispondenza fra la loro attività e i parametri di sostenibilità sociale e ambientale i cui requisiti sono verificabili attraverso codici internazionalmente adottati, il Comune assegna “Milano si autoproduce”, marchio di qualità produttiva e culturale. Il marchio comporta inoltre uno specifico impegno del Comune a dare sostegno promozionale e occasioni privilegiate di diffusione e visibilità ai prodotti di “Milano si autoproduce” nelle tante manifestazioni internazionali promosse o patrocinate dalla Giunta, affinché l’impegno della sostenibilità coinvolga tutti gli attori della filiera produttiva culturale e creativa, a partire dalla microimprenditorialità.


Insomma, ci saranno solo architetti puzzoni? Boh? noi andiamo così forse ci danno il Marchio, poi si vedrà... Qui il sito del Misiad con anche qualche nostra biciclettina.


giovedì 27 ottobre 2011

Campagnolo, ci abbiamo azzeccato?

Qualche settimana fa abbiamo accennato qui, alla produzione ormai rumena di molti componenti Campagnolo, una voce, dicevamo, senza (nostre) possibilità di verifica. Poi oggi pomeriggio abbiamo ricevuto una telefonata, in (quasi) perfetto italiano:

- Buongiorno, sono XXX della società XXX, possiamo disturbarla?
Prego, mi dica...
- Noi siamo costruttori edili e abbiamo saputo che dovete costruire dei nuovi capannoni qui in Romania, volevamo incontrarvi per fare un'offerta
Scusi, ma forse avete sbagliato numero, chi cercate?
- Come, non siete la Campagnolo?
Magari!
-Grazie, mi scusi!
Click



Che dire? Consoliamoci con il gruppo del Cinquantenario che abbiamo appena restaurato su una eccezionale e rarissima De Rosa tutta cromata del 1983: fra poco metteremo online tutte le foto e questo, almeno, era forse tutto made in Vicenza.

NB Certo che poi un po' le balle girano: proprio stamane abbiamo beccato in radio un pezzo di rassegna stampa dove qualcuno leggeva che, insomma, non se ne può più di sapere che ci sono aziende italiane che funzionano e fanno utili, ma li fanno producendo fuori d'Italia (e lasciando gli utili stessi rigorosamente offshore)... l'età, la disattenzione e l'abuso di diversi psicotropi non ci permettono di citare e di ricordare l'autore e la testata, ma il concetto espresso sì, e purtroppo tutto concorda...

sabato 22 ottobre 2011

Masi Prestige

Gak ci ha messo due anni a recuperare per il mondo tutti i pezzi per la sua Masi Prestige: all'inizio aveva solo il telaio, ed era un telaio assai malridotto. Con la pazienza e la tenacia che solo un giapponese può avere, ha raccolto tutto e si è presentato un giorno in bottega chiedendoci se potevamo montargli la bimba. Lo abbiamo fatto volentieri, anche se per farlo abbiamo dovuto usare tutta la nostra sapienza e manualità. Un esempio? L'albero del mozzo posteriore era più corto di 3 millimetri del dovuto e abbiamo dovuto sostituirlo, così come abbiamo dovuto sostituire il primo pignone Regina Oro, perché con il 14 la catena si incastrava nel telaio mentre con il 13 passa. Fortuna che tra i nostri attrezzi c'è anche la preziosa e rarissima cassetta per smontare i pacchi pignoni Campagnolo (che in realtà sono Regina e quindi compatibili). Comunque ecco il risultato, e che la strada le sia sempre leggera.







venerdì 21 ottobre 2011

Notturno, officina

Mentre il vecchio Imac fulminato dal fulmine e resuscitato grazie a un nuovo power supply recuperato in Olanda sta caricando gli aggiornamenti...


....sul cavalletto riposa la Masi Prestige praticamente finita e che abbiamo, non senza problemi, estratto dal sacco qui in basso e montato in questi giorni, abbracciata all'Amadeo che ci lascerà domani e all'Avanzata con il cambio automatico, che per fortuna resterà sempre con noi (a meno che qualcuno non ci faccia una congrua offerta: non siamo qui per vendere, ma per regalare...). Buon week end e buona notte a tutti.!



Wonderful Italian luxury city bike

L'avevamo spedita a Los Angeles, poi ne abbiamo perso le tracce, ma oggi l'abbiamo ritrovata su Flick. È un nostro ibrido un po' Nilde, un po' Ariel (ve l'avevamo presentato qui) che ha avuto una storia travagliata. La bici, partita integra, è arrivata distrutta e abbiamo dovuto rispedire alla proprietaria telaio, forcella, parafanghi, carter, manubrio, pipa.... La spedizione era ovviamente assicurata, anche se le poste non ci hanno ancora rimborsato nulla, e la s/fortunata padrona ha dovuto farla rimontare da Flying Pigeon, una bottega di LA che ne ha poi pubblicato una foto qui: eccola ricostruita in terra americana.


mercoledì 19 ottobre 2011

Amadeo e l'arte del viaggiare

Amadeo è la nostra bacchetta leggera, da viaggio: tubi Columbus, cerchi, carter aperto e parafanghi di alluminio, manubrio satinato e, in questo caso, copertoni Schwalbe color panna e cambio nel mozzo a 3 velocità con comando trigger e filo esterno. Mozzo anteriore, pedali e guarnitura (a chiavella) sono Way Assauto vintage, ma Nos. Ormai è pronta, mancano solo le ultime registrazioni e la prova su strada, ma abbiamo voluto fotografarla e presentarvela ancora con le sue gomme candide e intonse. Rispetto alla Palmiro sono circa 4 kg di meno, e si sentono...








lunedì 17 ottobre 2011

E il cambio? è automatico!

Sula nostra Avanzata, la bicicletta di bottega che usiamo per fare la spesa e viaggiare morbidi sul pavé, abbiamo sostituito finalmente il mozzo a contropedale ceco (che non frenava nulla o quasi) con uno Sturmey Archer Duomatic (qui le caratteristiche). Non solo frena che è una meraviglia, ma ha anche due rapporti comandati dai pedali. Un colpetto indietro e si cambia marcia. Bello, pulito, elegante e funziona bene. La prima volta l'avevamo provato su una Ritchey smontabile, ma era montato con il tendicatena e l'accrocchio causava non pochi problemi. Con i nostri forcellini orizzontali invece è perfetto. Da provare! (se venite a trovarci è quasi sempre attaccata fuori...)


sabato 15 ottobre 2011

Bianchi 1935

Del faticoso restauro conservativo di una Bianchi a bacchetta, "Real" Modello Lusso Viaggio del 1935 ne avevamo già parlato qui: adesso è finalmente ultimato, l'abbiamo oggi restituita al suo proprietario e possiamo farvi vedere le foto del prima e del dopo. La bicicletta è di nuovo perfettamente funzionante anche se volutamente ha mantenuto la sua patina di antico e (secondo noi) dimostra ancora e giustamente i suoi tanti anni. Se volete la vostra bici d'epoca "come nuova" possiamo ovviamente farla, ma non ci piacerebbe. Meglio un più faticoso conservato di un finto nuovo. Comunque sia, parliamone se volete, ma ricordatevi sempre che un restauro, di solito, costa più di quanto non valga la bici restaurata: si fa per amore, passione e ricordi, non  per business.

Era parecchio malconcia, con parafanghi rotti, carter a pezzi e aveva una ruota posteriore da carretto...
Adesso è così, con una ruota posteriore nuova (ma mozzo e raggi d'epoca)

Sella Brooks B 72, la più simile a quella orginale

Decal a coppale

Anche sul tubo obliquo
Il carter è stato praticamente rifatto a mano da Mara

venerdì 14 ottobre 2011

Così non va, così non va, o forse sì, ma la pellagra?

Abbiamo consegnato la SuperPalmiro al suo legittimo proprietario e alla sua simpatica compagna (dopo aver vuotato due bottiglie di Brunello di Montalcino Le Ragnaie del 2006, una di Sangiovese di  bleah Muccioli e addentato tante pizzette).  Fortuna che Marco Claudio, il nostro Ministro pastafariano ha manifestato la sua diponibilità per unire la giovane coppia nel sacro spaghettoso vincolo. Intanto, per domani sera dobbiamo finire una Amadeo con il cambio e il portapacchi...


E abbiamo una Masi Prestige (mal riverniciata dall'erede Alberto) da montare, una Olmo a cui sostituire pipa, manubrio, leve freno, manopole, mozzo posteriore per montare uno Sturmey, mozzo anteriore per montare un rapido, ecc, ecc. Un altro Sturmey da montare su una vecchia Taurus... solo che l'Orco originario davanti a una catalana (sia pure spuria) mangia solo i gamberi e avanza tutta la verdura... la pellagra, la pellagra è in agguato... e poi chi le farà più le OrcoCicli?
Mara, Mara aiutami tu!



SuperPalmiro

Ve le avevamo promesse ed ecco finalmente le foto dell'ultima follia degli Orchi, in collaborazione con Matteo che ci ha messo la sua passione, gli euri e diversi componenti d'epoca. SuperPalmiro è pronta e oggi pomeriggio verrà consegnata al suo legittimo proprietario. Tante le varianti rispetto alla Palmiro "base". A cominciare dal carro posteriore e dai forcellini verticali curvati a mano da Emilio Aldo (grazie!), dai filetti sui parafanghi dipinti sotto il trasparente da Mara, così come la sigla sul tubo orizzontale. Impreziosita da dinamo, fanali e sella d'epoca forniti da Matteo, sino a ieri montava anche delle spettacolari coperture Pirelli Stella, anch'esse d'epoca, che si sono però squarciate al primo giro di prova e sono state sostituite da più moderne, meno cicciotte ma assai più scorevoli Schwalbe Delta Cruiser. I pedali sono provvisori, in attesa che arrivino quelli con i gommini in teak. I tubi, dimenticavamo, sono Columbus: è forse l'unica bacchetta al mondo con il reggisella da 27,2 mm di diametro! Buona visione (e cliccate sulle foto se volete vederle più grandi).










mercoledì 12 ottobre 2011

C'è qualcosa di sbagliato...

Oggi abbiamo consegnato (finalmente!?) due biciclette, una Spicciola "regalo di laurea" e una Squinzia/Spigola. Al giovane medico destinatario della prima é piaciuta molto. Al committente della seconda (un altro regalo, questa volta per il compleanno della moglie) anche. La nostra microbottega per un po' respira spazio e ci sembra quasi più grande. Però, accidenti, vedere andare via le nostre bici un po' ci spiace. Lo so, non è giusto, anzi è forse tutto sbagliato, ma noi alle nostre bici ci affezioniamo: sarà perché le facciamo davvero a mano, una diversa dall'altra, sarà perché ogni volta qualche problema si presenta e quasi sempre lo risolviamo per il meglio, sarà...
Funzionate sempre bene, regalate gioia e libertà, buone pedalate e felicità ai vostri proprietari, ci viene voglia di dire alle bici che ci lasciano... e ai loro nuovi padroni vorremmo raccontare che hanno (forse) un'anima, di quando a Bali abbiamo assistito alla festa delle "meccaniche" e c'erano moto e automobili con il motore acceso (purtroppo), ma anche bici rovesciate con i pedali che giravano e la ruota libera che cantava, pompe a mano che regalavano docce anche a chi non le voleva fare, frullini e forbici impugnati come spade... che, tutto sommato, noi non siamo credenti, ma se dovessimo credere saremmo forse tutti animisti.
A volte non c'è tempo per farlo, per spiegare che le cose fatte con le mani e con tanto amore e tanta passione sono diverse da quelle fatte a macchina o a cottimo, specie a chi entra in bottega e ci chiede:
  • una "bici pronta, da portare via subito", 
  • una usata "che costi poco, tanto me la rubano anche se la chiudo con un lucchetto da 10 euro, e perché mai dovrei spendere di più per un lucchetto che tanto me la rubano", 
  • una "che quanti cambi ci ha", 
  • una che "ma io la voglio ammortizzata perché devo saltare giù dai marciapiedi e con le gomme grandi così non mi infilo nelle rotaie dei tram", 
  • una "che perché non le fate in alluminio che è più leggero", 
  • una "che quanto mi date se vi dò questa e (forse) ne ordino una nuova.
In realtà, almeno una volta al giorno ripariamo gratis una bici a chi ci sembra ne abbia bisogno e ce lo chiede cortesemente, anche se noi non facciamo per scelta riparazioni, ma prestiamo sempre gli attrezzi e la pompa,  e diamo volentieri consigli, pardon, consulenze. Ma mandiamo altrettanto volentieri affanculo  chi ci risponde "Come la pompa, non avete un compressore che con la pompa si fa fatica, è mattina, non la so usare?" Oppure "Avete gli attrezzi, li vedo, perché non mi riparate subito la bici (che quelli qui dietro mi hanno detto di tornare settimana prossima e io non ho mica tempo da perdere). O ancora "Ma insomma non ci sono più ciclisti, voi cosa fate, le vendete solo (sottointeso, le bici) ? "

Però molti dei nostri clienti-amici (forse, anche se ci sono troppi forse in queste righe) capiscono il nostro animismo e la nostra animosità e per questo ci vengono a trovare e ci chiedono di far loro una bicicletta. Come quella che se ne andrà sabato, una Palmiro davvero speciale che sta aspettando sul cavalletto solo il tubo sella della giusta misura per lei: cribbio, son tubi Columbus e ci vuole il 27,2, mica il 25,4 che lo sbadato Orco che scrive aveva improvvidamente procurato!
Qui sotto due foto in anteprima della SuperPalmiro. Poi arriveranno, a bici finita, le fotografie fatte un (poco) meglio. Poi di nuovo, ci sono altre bici da fare, telai verniciati che aspettano solo di essere montati, nuovi problemi da affrontare e risolvere, un trimestre di Iva da chiudere, altri modelli da pensare, disegnare, costruire, montare e...salutare. Ma sì, forse è vero, le biciclette hanno un'anima... e, ancora una volta forse, non tutto quello che facciamo, pensiamo e scriviamo è sbagliato...



Dal mondo

Nella mappa qui sotto la posizione geografica di chi ha visitato il nostro blog nel mese di settembre. Il visitatori più a sud vengono da Buenos Aires, più a nord da Upsala, ma quel che ci lascia perplessi è di avere ricevuto visite anche da Islamabad!

martedì 11 ottobre 2011

Errata Corrige

Probabilmente non importa a nessuno, ma contrariamente a quanto abbiamo scritto qui, Orco Cicli è stata citata nella storia di copertina dell'edizione 'mericana di Traveler, non su quella canadese (che forse nemmeno esiste:). Ecco comunque copia dei pdf tratti dal numero di ottobre 2011...