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domenica 17 aprile 2011

Bici in diretta: le schede di Randa e Nocs

Ecco le schede (provvisorie) dei nostri due nuovi modelli, praticamente pronti anche se manca ancora qualche componente e alcune finiture vanno perfezionate. Del resto sono prototipi e li facciamo proprio per poterli provare (e modificare se è necessario) prima di proporli ai nostri affezionati clienti...


Randa ha un telaio in tubi Columbus Cromor, saldobrasato con giunzioni microfuse, french fit, cioè di dimensioni maggiori rispetto a quelle di un telaio corsa tradizionale e con il tubo orizzontale più lungo. Guarnitura Miche tripla (50, 39, 30) e pacco pignoni a 10 velocità (11- 28) con cambio e deragliatore marchiati Miche anche se in realtà sono Campagnolo, così come le leve freno con comandi integrati per il cambio. Le ruote con copertoncini Schwalbe 700x28, sono Miche Reflex (crediamo prodotte da Ambrosio) ma sono un esperimento. L’anteriore radiale non ci convince, anche se hanno spergiurato sulla sua durata e resistenza: nelle prossime Randa monteremo probabilmente più tradizionali mozzi a 36 fori con raggiatura in terza e raggi inox Sapim. Ruote classiche, fatte da noi, centrate a mano e non al "computer", superesistenti e supercollaudate. I due portapacchi sono Tubus, cari ma garantiti ben 10 anni e con spedizione gratuita dei ricambi in tutto il mondo per i primi tre anni (il posteriore adesso è orizzontale, ma non abbiamo voglia di rifare la foto). Parafanghi Sks Bluemels con aste e accessori in acciaio inox e sgancio di sicurezza sull’anteriore. La sella è una Brooks Team Pro Chrome e il manubrio definitivo sarà un Nitto Randonneur (in viaggio dagli Usa, dal Giappone temiamo non ne arriveranno per un po' perché la fabbrica è molto vicina la reattore), che verrà nastrato poi in pelle. Pensiamo anche di montare le gabbiette ai pedali (sono Mks in lega), luci a led con batterie ricaricabili e due bottiglie di vino nei portaboraccia



Nox è sostanzialmente una Spicciola, realizzata però con tubi inox e quindi necessariamente giunzioni inox (care, comprate a Londra) e saldata con T99, una lega ad alto contenuto di argento, anch’essa cara se non carissima. La forcella, dritta, è invece in acciaio “tradizionale” perché si trovano teste inox, ma non tubi per la stessa: di solito tutti usano ormai forcelle in carbonio e a noi il carbonio proprio non ci piace. Insomma, una bici costosa ma entusiasmante: rigida e leggera fila che è un piacere. Dobbiamo ancora provarla a fondo e valutare se vale davvero quel che costa: circa dieci volte un telaio analogo non inox. Vi terremo comunque informati, come sempre senza barare. Certo che bella è bella, e dal vivo ancora di più. La finitura è stata laboriosa, abbiamo prima lucidato a tampone tutto il telaio fino a farlo a specchio, poi ci siamo accorti che sembrava cromato e che comunque le ditate ci restavano sopra alla grande e lo abbiamo ripassato tutto a mano con carta vetrata del 2000 per dargli l'aspetto satinato che ha adesso.

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